Non ho dimenticato... Alessandro Momo /1 di 2 (2025)

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E' che in quegli anni, per quelli come lui... cioè giovani, ragazzi che si esponevano, che ci credevano... in qualsiasi cosa credessero, morire era più facile.

Eleonora Giorgi


Questa estate ho avuto voglia di rivedermi, uno di seguitoall'altro, i tre film con Alessandro Momo che avevo veduto negli anni '70, inoccasione della loro prima distribuzione nelle sale:Malizia,Peccatoveniale eProfumo di donna.

Famoso al di là dell’immaginabile (per chi non c’era) negli anni ’70,grazie soprattutto a Malizia, filmculto di un’intera generazione che gli procurò anche una nomination al nastro d’argentodi Taormina come miglior attore esordiente, Alessandro Momo è presto sfuggito allamemoria collettiva oltre che alla memoria, a compartimenti stagni questa, degli addetti ai lavori. Per dire, il Dizionario del cinema italianodella Gremese, anno di uscita 1991, nel secondo dei due volumi dedicati agli attoripassa con disinvoltura da Domenico Modugno a Carlo Monni.

Oggi, grazie anche alla virtuale assenza di limiti allo spazio a disposizione, ogni database professionale di cinema presente in rete cita Alessandro Momo, e non manca di fornire oltre alla filmografia, anche qualche scarna notizia biografica. Più complesso il discorso sugli articoli prodotti dai fan, pochissimi e basati spesso su fonti che presentano varie inesattezze, ma comunque dimostrativi dell'influenza che ha avuto, su chi c'era, la brevissima parabola umana dell'attore romano. Basta solo ricordare il nome e subito fioccano i commenti partecipati, i ricordi dello smarrimento di quei giorni in cui si sarebbe voluto poter riportare indietro le lancette del tempo e cambiare il maledetto corso delle cose.


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Ricordo alla perfezione il giorno dopoquel 19 novembre 1974, quando al mio ritorno da scuola, mia madre mi mostrò il giornale e mi disse: "E' morto Alessandro Momo". Nulla di strano in questo: sapeva che ero un fan, come lo erano molti di noi che avevano vistoMaliziaePeccato veniale(Profumo di donnadoveva ancora uscire nelle sale). In più, all'età che avevo allora, quattordici anni compiuti meno di due mesi prima, assomigliavo abbastanza al giovane attore dai lineamenti angelici e un po' da bambino.

Mi pare, anche, di conservarenella memoriadeiflash che mi rimandanodi lui una conoscenza ancora più antica, di interprete delle pubblicità di Carosello e dei fotoromanzi Lancio (che una delle mie zie acquistava a vagonate); ma sono ricordi vaghi, e forse, ma solo forse, aggiunti dopo,figli delclamore mediatico successivo all'incidente.

In un articolo che lessi in quei giorni, non ricordo più su quale giornale, il giornalista romanzava e ricostruiva, dall'interno, gli istanti precedenti l'incidente. ImmaginavaAlessandro subito prima dello sprint fatale,fermoall'ultimo semaforo della sua vita, ripensareal momento in cui il regista Salvatore Samperi(1944-2009) lo aveva notatonegli stessi paraggi, mentre armeggiava intorno a una due ruote in panne e aveva pensato a lui come all'interprete ideale per il suo Malizia: un episodio che, nonostante il suo alone un po’ leggendario, visto che Alessandro Momo era già un attore con un curriculum all'epoca del casting perMalizia,si trova riportato con costanza nel tempo in varie "biografie" dell'attore.


Dicevo, un po' più sopra, degli errori delle fonti, poi tramandati da blogger e articolisti vari di belle speranze. Di questi errori di varia natura, il più eclatante riguarda senza dubbio l'anno di nascita di Alessandro Momo, che viene detto essere, a seconda dei casi, il 1953, il 1954 o il 1956. Vedremo molto presto il perché e il come sia potuta accadere una cosa del genere, mentre voglio subito chiarire che è in realtà facilissimo verificare che l'anno corretto è l'ultimo dei tre:basta prendersi la briga di ricercare in rete l'immagine della tomba al cimitero di Verano dove è sepolto l'attore, accanto al padre.

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Fonte:Corriere della Sera

L'equivoco si genera comunque fin dalle fonti "originali", cioè fin dai primi articoli di cronaca dei quotidiani che danno notizia dell'incidente e della morte dell'attore. (O forse ancora prima, come vedremo). Il Tempo di Roma riporta, per esempio, in un articolodatato 20 novembre:

Alessandro Momo, l'adolescente acerbo e tenebroso cinematograficamente sedotto da Laura Antonelli, è morto ieri pomeriggio, schiantandosi con la propria super-moto prima contro un taxi e, successivamente, cadendo sull'asfalto. Avrebbe compiuto vent'anni giovedì prossimo, essendo nato il 26 novembre 1954.

Mentre invece Alessandro Momo, essendo nato il 26 novembre 1956, quel "giovedì prossimo" avrebbe compiuto 18 anni. Ma vi è anche una seconda inesattezza contenuta in questo breve estratto d'articolo. La "super-moto"non apparteneva al giovane attore, che in base a una legge uscita la primavera di quell'anno 1974 non aveva neanche l'età per guidarla, bensì alla sua fidanzata e collega Eleonora Giorgi.

La moto era di Gabriele, il mio ex storico, quello con cui ero anche andata a convivere. Dopo la BSA inglese, lui volle comprarsi una Honda. Era unaCb 750 Four, rossa. Con Gabriele, io condividevo tutto. E così, come tutte le ragazze innamorate non solo di un uomo più grande, ma anche del suo mondo,passavo con lui interi pomeriggi dal meccanico, a studiare cilindri e pistoni. Ovviamente era finito che mi aveva insegnato a guidarla, 'sta moto. Cosa che io facevo stupendamente. Una passione che mi è rimasta ancora oggi. E così, quando ci siamo lasciati, sarà stato per quella solitudine che ti accompagna sempre dopo la fine del primo rapporto importante, sono tornata a cercarla, la moto. Gabriele l'aveva venduta a Di Salvo, quello che oggi ha la catena di negozi di elettrodomestici, ma che all'epoca stava ancora in un buchetto, a Trastevere. Insomma, la cerco, la trovo e la ricompro. Ci vado in giro, ci faccio la mia figuretta... sì, certo, la ragazza cretina che vuole sembrare un maschio... Alessandro aveva avuto già la 350 e la 500, sempre dello stesso modello della mia 750, ma poi si era fermato là.

Questa la storia della proprietà della moto, così come Eleonora Giorgi l'ha raccontata al giornalista Antonello Sarno, in un'intervista per il libro Italian Babilonia. Opera chesembra proprio essere uno dei maggiori veicoli involontari del perpetuarsi dell'errore sulla data di nascita, avendo Sarno usato tra le sue fontiil succitato articolo deIl Tempo, mentre la maggior parte degli articoli su Momo successivi al 2007 si basano a loro volta sul libro di Sarno.

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Eleonora Giorgi lascia poi la moto ad Alessandro, per tutto il tempo, alcuni mesi, in cui lei è via per un viaggio all'estero. Al suo ritorno, lo chiama e gliela richiede indietro, lui le risponde che gliela avrebbe riportata l'indomani.

Un po' glielo fecipesare, quel ritardo. Mi disse che sarebbe arrivato verso le sette di sera.Arriva il giorno dopo, il 20 novembre. Sono le cinque, forse le sei di pomeriggio.Mi chiama mio padre: “Alessandro è caduto con la moto. L'hanno portato al SantoSpirito”. Io, paralisi totale.

Ma a quel punto la Giorgi viene anche indagatadalla Procura di Roma, per incautoaffidamento di una moto di grossa cilindrata a un minore. A interrogarla è il giudice Antonino Scopelliti (1935-1991), davanti a cui lei invoca, a sua difesa, la circostanza che Alessandro le aveva detto di avere la sua stessa età, ventuno anni. Il giudice, che non sa se crederle o meno, porta comunque avanti l'inchiesta. Fino al momento in cui convoca in procura la famiglia Momo, che conferma la tesi difensiva di Eleonora e fa cadere ogni accusa nei suoi confronti.

La famiglia Momo confermò in pieno la mia tesi. Era vero, l'avevano saputo anche loro che Alessandro si aumentava gli anni. Sarà stato perché voleva fare il fico, o magari perché aveva un carattere molto deciso malgrado non fosse alto di statura... non so, fatto sta che mi aveva sempre detto di avere la mia stessa età, cosa in cui avevo creduto da subito!

Ad aver generato l'equivoco sulla sua data di nascita potrebbe quindi esser stato, ancor prima degli articoli di giornale, lo stesso Alessandro.


* * *

Tutte le citazioni di Eleonora Giorgi sono tratte dal libroItalian Babilonia, di Antonello Sarno(Colorado Noir, 2007).

L'immagine di apertura del post è un fermo immagine del film Malizia (Salvatore Samperi, 1973)

Nota: il titolo del post è ispirato (leggi: rubato) da un minuscolo blog della memoria: Non ho dimenticato Claudia Marsani, consistente in soli nove articoli pubblicati nel 2009.


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Author: Melvina Ondricka

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